Era stato consigliere comunale di Bellinzona e aveva fondato la Lega dei mesolcinesi, senza riuscire a farsi eleggere in Municipio e Gran Consiglio
Politico ‘sui generis’, leghista della prima ora, dapprima a Bellinzona di cui era stato consigliere comunale tra la fine degli anni 90 e i primi 2000, e poi nel Moesano sua regione d’origine, Fausto a Marca è deceduto la scorsa notte all’età di 72 anni. Domiciliato a San Bernardino, fondatore della Lega dei mesolcinesi, già consigliere comunale a Mesocco e in passato candidatosi senza successo al Gran Consiglio ticinese e a quello grigionese, nonché alla funzione di sindaco di Mesocco, soffriva da tempo di un male incurabile. Innumerevoli le battaglie politiche condotte con gli inconfondibili zoccoli di legno ai piedi, da solo o insieme a compagni di ‘avventura’, sempre in contrapposizione ai partiti storici e con una voce critica e a modo sua propositiva. Quasi sempre una spina nel fianco per gli avversari politici, sia in ambito locale sia sul piano regionale.
L’ultima battaglia in ordine di tempo ha riguardato quest’anno il tentativo di abbassare il moltiplicatore d’imposta comunale tramite un referendum infine bocciato dalla popolazione. Nulla da fare anche per due iniziative che l’anno scorso chiedevano un servizio permanente di ambulanza nell’alta Mesolcina e l’introduzione del proporzionale al posto del maggioritario nel sistema elettivo comunale. Nella capitale ticinese Fausto a Marca si era distinto per aver lanciato nel 1997 il referendum contro il ‘caro rifiuti’ e l’iniziativa per ricoprire di granito, e non di beton, Piazza del Sole, mentre nel 1999 aveva presentato una mozione per plafonare i salari dei funzionari comunali. Clamorosa poi la sua denuncia contro l'allora presidente sezionale per presunta sottrazione di fondi dalla cassa.
La cerimonia di commiato si svolgerà martedì, in forma privata, alla Casa funeraria di Carasso.