Presidenti sezionali e capigruppo in Cc sollecitano un nuovo messaggio chiarificatore sugli aspetti sollevati dal Tram nell’accogliere i due ricorsi
‘Municipio sbrigati, vogliamo il nuovo Quartiere Officine’. Così riassunto, in un comunicato stampa i presidenti sezionali e i capigruppo dei partiti presenti in Municipio sollecitano quest’ultimo affinché, senza temporeggiare, risottoponga al Legislativo un nuovo secondo messaggio di Piano particolareggiato, messaggio da aggiornare rispetto a quello votato a larga maggioranza del Cc nel 2023 e che il Tribunale amministrativo cantonale (Tram) ha annullato recentemente accogliendo due ricorsi. La maggior parte della politica turrita – Plr, Centro, Unità di sinistra e Lega/Udc – fa insomma quadrato attorno al progetto destinato a dare un nuovo volto e nuovi contenuti al vecchio comparto industriale che sarà dismesso a partire dal 2027, quando è previsto che entrerà in funzione la nuova officina Ffs di Castione. Da notare che due anni fa l'Udc aveva votato contro la variante, insieme a Verdi/Fa e all'Mps.
“La volontà politica rimane invariata”, si legge nel comunicato: “A fronte dell’inizio dei lavori del nuovo grande stabilimento di Castione, tassello fondamentale dell’accordo complessivo raggiunto a suo tempo con Cantone e Ffs, confermiamo il pieno sostegno ai contenuti della pianificazione previsti nel nuovo Quartiere Officine”. Tutti i firmatari, prosegue la nota stampa, “concordano sull’urgenza di procedere speditamente con gli adeguamenti richiesti e con la pianificazione definitiva del comparto, invitando l’Esecutivo a presentare al Consiglio comunale il messaggio completo di tutti gli elementi necessari per una decisione consapevole. Il progetto di riconversione potrà così finalmente entrare nella fase realizzativa e portare, quanto prima e senza ulteriori dilazioni non più accettabili, benefici concreti alla città e alla popolazione”.
Più facile a dirsi che a farsi. Il Tram infatti indica la necessità di dettagliare sin d’ora nel messaggio quale sarà l’onere d’investimento prevedibile a carico della città (per capire se le finanze comunali saranno davvero in grado di sopportarlo nel medio/lungo termine), quale e quanta sarà esattamente la superficie e quali i lotti di cui la Città diventerà proprietaria, e a quanto ammonterà l’onere a carico sempre della Città per quanto riguarda la porzione di terreno che risulterà eventualmente inquinato e perciò da risanare in funzione delle realizzazioni previste. Cifre concrete di cui il Cc non disponeva due anni e mezzo fa quando votò la variante di Pr. Cifre e dettagli che il sindaco Mario Branda, intervistato dai media sulla sentenza, ha detto che sarà difficile specificare. Per riuscirci serviranno più incontri tripartiti con Cantone e Ffs.
Due anni fa chi aveva intravisto il tema critico, prima dei ricorrenti e ora del Tram, era stato l'ex sindaco Brenno Martignoni Polti (in quel momento consigliere comunale Udc, oggi di nuovo Noce). Nel suo rapporto di minoranza della Commissione gestione sulla variante di Pr, scriveva: “Non è dato sapere come saranno regolati i rapporti di proprietà, ovvero chi sarà titolare di cosa considerando la gestione non solo degli accresciuti patrimoni immobiliari, ma pure dei rilevanti movimenti di dare e avere derivanti dalle prevedibili entrate. Neppure è specificato come si intende procedere nella definizione dei rapporti tra Ffs, Cantone e Comune. Nemmeno è esclusa qualsivoglia cessione a terzi e a privati. Di modo che un via libera a scatola chiusa significherebbe esprimere un consenso in bianco, con ripercussioni future incalcolabili”. Parole che il tribunale ha fatto sue in toto.
Sollecitate dalla ‘Regione’, le Ffs non forniscono chiarimenti: “Dal nostro punto di vista è prematuro prendere posizione su una sentenza che ancora non abbiamo discusso con il nostro partner in questo progetto, ovvero la Città di Bellinzona, la quale ha il lead nella procedura della variante pianificatoria. Per quanto concerne invece la questione di un eventuale risanamento, siamo in attesa di capire cosa intende fare la Città per poter così valutare i prossimi passi”. Da notare che per l’analisi del terreno e la procedura da seguire, il governo aveva spiegato l’anno scorso che si sarebbe fatto capo a un apposito gruppo di lavoro. Mentre è chiaro sin d'ora che le spese sia per le analisi dei fondi, sia per la bonifica di quelli che risultassero contaminati, saranno per legge totalmente a carico delle Ferrovie federali, come sancisce l'Ordinanza federale sui siti inquinati. Parliamo di un'operazione finora stimata in qualche decina di milioni di franchi.
Dal canto loro presidenti e capigruppo ribadiscono che la futura riconversione del comparto “costituisce uno dei più importanti progetti strategici” per la capitale ticinese. L’area di circa 120’000 metri quadrati, ricordiamo, è destinata a ospitare un nuovo quartiere orientato ai principi della multifunzionalità, della sostenibilità ambientale e della modernità tecnologica: “Concepito per diventare un motore di sviluppo per la città, integrando nuove funzioni urbane e al contempo preservando la memoria storica del sito grazie alla valorizzazione della centenaria officina denominata ‘Cattedrale’, che ne costituirà il cuore simbolico”. Potranno trovarvi posto diversi contenuti d’interesse pubblico (tecnologici, formativi, culturali, abitativi, commerciali), tra cui innovazione e ricerca (spazi dedicati ad attività tecnologiche e di ricerca avanzata, garantendo spazi al Parco dell’innovazione e nuovi posti di lavoro qualificati); formazione (strutture scolastiche comunali, cantonali e formative superiori che arricchiranno l’offerta educativa regionale); cultura e aggregazione (luoghi a vocazione culturale, sociale e ricreativa aperti alla cittadinanza); abitazione e commercio (nuovi alloggi per i cittadini e spazi commerciali e amministrativi, così da garantire un quartiere vivo e multifunzionale).