Luganese

La Città non può far nulla per lo sfregio di via Maggi

Dopo l'abbandono del cantiere di Pregassona dieci anni fa per il fallimento della ditta, la vertenza penale è tuttora aperta spiega il Municipio di Lugano

Da dieci anni la situazione è più o meno questa
17 ottobre 2025
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Via Giuseppe Maggi 1, Pregassona: le immagini parlano da sole. A causa del fallimento della ditta attiva al cantiere, la palazzina non è mai stata finita. La struttura si trova nella stessa situazione da ormai quasi dieci anni. Normale che ci sia chi dice che basta così, è ora che l’ente pubblico intervenga per risanare lo sfregio della particella e metta in atto tutte le misure a sua disposizione per garantire l’incolumità delle persone. Ne è consapevole pure il Municipio di Lugano. Tanto che nella risposta all'interrogazione presentata dal gruppo Plr-Pvl (prima firmataria Sara Beretta Piccoli) scrive: “Nonostante la situazione relativa al decoro, per quanto attiene la sicurezza, le periodiche osservazioni non evidenziano pericoli imminenti per gli utenti degli spazi pubblici circostanti”. È tuttavia fuori discussione un eventuale esproprio o un acquisto del sedime da parte della Città, come suggerito dall’atto parlamentare.

I servizi sono intervenuti in via sostitutiva

Insomma, il Municipio è consapevole dello stato in cui versa la costruzione in via Maggi 1 a Pregassona e “ricorda che negli anni ha sempre monitorato la situazione per “eventuali fonti di pericolo dopo l’abbandono della sua edificazione, quale conseguenza del fallimento dell’impresa a suo tempo incaricata. Nelle scorse settimane è pure stata inviata una lettera ai proprietari con un nuovo ordine di riordino e pulizia del sedime”. L’Esecutivo informa che la vertenza penale è tuttora pendente, dopo che i responsabili hanno contestato la condanna di primo grado, mentre ai primi solleciti di inizio 2016 per la messa in sicurezza e il riordino del fondo, progettista e unico comproprietario reperibile non hanno mai dato riscontri. Per cui, la Città è intervenuta in via sostitutiva, nel rispetto dell’art. 35 cpv. 3 della Legge edilizia. I lavori sono stati eseguiti “da ditte specializzate e hanno riguardato lo smontaggio della struttura armata e casserata della soletta in cima allo stabile, la rimozione di travi e puntellazioni, la messa in sicurezza dell’interno dello stabile di tutti i materiali e le attrezzature presenti ai bordi delle solette, oltre alla pulizia generale del sedime. È pure stata posata una recinzione lungo tutto il perimetro dell’area di cantiere. Per le spese relative all’esecuzione d’ufficio è stata avviata la relativa procedura d’incasso”.