Ticino

Sciolte le riserve: le 300 donne affiliate all'Ipct avranno la rendita completa

Lo ha deciso il consiglio di amministrazione. La disparità con i loro coetanei uomini sarà colmata. Festeggiano i rappresentanti del personale

Ora vanno decise le modalità di versamento
(Ti-Press)
10 ottobre 2025
|

Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo le 300 donne affiliate all’Ipct, la cassa di previdenza dei dipendenti pubblici e parapubblici, che sono andate in prepensionamento e che si sono viste tagliare la rendita ponte a seguito dell’approvazione della riforma Avs21. Il consiglio di amministrazione dell’Ipct, dopo aver ricevuto le conferme anche da Consiglio di Stato, ha infatti deciso durante la seduta di oggi di versare la compensazione per fare in modo che tra uomini e donne andati in pensione nello stesso momento non ci fosse una disparità di trattamento.

L’inghippo, anche se un po’ tecnico, era infatti il seguente: per le donne (circa 300) nate tra il 1961 e il 1965 che sono andate in prepensionamento prima del 2024 si era creato un “buco”. L’Ipct ha erogato loro la rendita ponte fino ai 64 anni, l’età di pensionamento è stata però nel frattempo progressivamente alzata a 65 anni. Un problema che evidentemente non ha toccato i loro colleghi uomini, che hanno ricevuto la rendita ponte fino ai 65 anni, o le colleghe andate in pensione successivamente poiché nel frattempo l’Ipct ha adeguato il regolamento alla nuova età di pensionamento.

Festeggiano i rappresentanti del personale all’interno del Cda, con sindacati ed ErreDiPi che rivendicano entrambi il successo. “Lo scorso dicembre 2024 avevamo denunciato questa discriminazione per le 300 donne – scrivono Vpod, Sit e Ocst –. Questa decisione è quindi un seguito vittorioso della nostra iniziativa". Da parte sua ErreDiPi afferma: “Lo scorso maggio la situazione era compromessa e solo noi ci eravamo opposti alla mancata erogazione di questa prestazione complementare”. Ora spetta all’Ipct stabilire le modalità di versamento.