La destra e l’estrema sinistra non smettono di pensarla in maniera diversa su Gaza, e in special modo sul ruolo dei docenti e della scuola nell’affrontare il tema dopo quanto emerso a Lugano con la presa di posizione del Municipio di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi.
A partire è l’Udc, che con un’interpellanza firmata dalla deputata Aline Prada chiede al Consiglio di Stato di “fare chiarezza sul ruolo dei docenti e sulla neutralità dell’insegnamento”. Per Prada “le segnalazioni ricevute da numerosi genitori e allievi meritano la massima attenzione. All’interno delle scuole pubbliche ticinesi, si riscontra attualmente un comportamento da parte di alcuni docenti che devia dal previsto, con il rischio concreto di compromettere la neutralità politica dell’insegnamento”. Il contendere, per Prada, sono “una lettera firmata da diversi docenti del Liceo cantonale Lugano 1, datata 23 settembre 2025, indirizzata agli studenti, contenente toni fortemente politici ed emotivi, con accuse dirette al governo israeliano e l’annuncio di presidi settimanali e trattazione del tema in classe” e l’organizzazione di “una giornata autogestita, prevista per il 17 novembre e incentrata sul tema della Palestina, che rischia di trasformarsi in un’occasione di propaganda ideologica”. Ebbene, ecco le domande al governo: viene chiesto se l’Esecutivo sia a conoscenza di questa lettera, e se ritenga “conforme al mandato educativo e al principio di neutralità politica l’utilizzo di canali scolastici ufficiali da parte di docenti per promuovere visioni personali su temi geopolitici e per organizzare iniziative di carattere politico all’interno della scuola”. Al governo viene anche chiesto quali misure intenda adottare per garantire la neutralità politica, se esista un monitoraggio sistematico “dei contenuti proposti durante le giornate autogestite e altre attività scolastiche straordinarie”, ma pure se il governo “intende valutare la sospensione, la riformulazione o una maggiore regolamentazione delle giornate autogestite e di altre attività straordinarie, affinché non si trasformino in strumenti di propaganda politica o attivismo ideologico”.
Di tutt’altra opinione è il Movimento per il socialismo. Sempre con un’interpellanza, i deputati Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini dicono “Basta con le intimidazioni nei confronti dei docenti e delle sedi scolastiche che non hanno voluto e non vogliono rimanere indifferenti di fronte alla tragedia di Gaza”. L’opinione dell’Mps è che “quanto sta succedendo a Gaza ormai da parecchio tempo non può non interpellare il mondo della scuola; diversi docenti, consapevoli del loro ruolo educativo, hanno cercato sia collettivamente che individualmente di tematizzare la questione. Nei loro confronti si sono levati tentativi di censura, come quello del Municipio di Lugano o di alcuni atti parlamentari”. Ciò detto, l’Mps al governo chiede se “non ritiene doveroso rivolgersi al mondo della scuola sottolineando la gravità di quanto sta accadendo a Gaza e incoraggiare al suo interno iniziative che favoriscano una riflessione educativa, critica e responsabile sul rispetto dei diritti umani e sulla necessità della pace” e se “non ritiene doveroso sostenere apertamente le prese di posizione e le attività fin qui svolte nelle scuole”. Infine la richiesta formulata dall’Mps è quella se il governo “non ritiene opportuno adoperarsi affinché la Giornata della memoria del 2026 – o un’altra data significativa – venga dedicata nelle scuole a quanto avvenuto a Gaza, in coerenza con la missione educativa della scuola ticinese?”.