Lagarde annuncia una pausa dopo otto riduzioni consecutive, influenzata dall'incertezza delle trattative commerciali
La Bce si mette "alla finestra" e smette di tagliare i tassi dopo una sequenza di otto riduzioni del costo del denaro in meno di un anno. La presidente Christine Lagarde ha fatto capire che ogni decisione futura dipenderà dall'esito del negoziato fra l'Europa e gli Usa sui dazi, definendo "congetture" le indiscrezioni di un avvicinamento verso l'intesa su un'aliquota tariffaria del 15%.
È la conseguenza del clima di incertezza creata da Trump. Con una Fed che, temendo ripercussioni inflazionistiche, ha congelato ogni decisione attirandosi gli strali del tycoon, anche Francoforte ora entra in modalità stand-by: il tasso sui depositi, con decisione unanime del Consiglio direttivo della Bce, resta al livello "neutrale" del 2% dopo una fila di otto riduzioni dal giugno 2024 al mese scorso, con cui Francoforte ha portato a termine l' 'atterraggio morbido' da un'inflazione scesa dai picchi di oltre il 10% di due anni fa all'obiettivo del 2% oggi.
Una decisione attendista - "siamo ben posizionati" per reagire a quello che succederà ma "nelle attuali circostanze non è possibile" dare indicazioni sul futuro, ha ribadito più volte Lagarde - che non coglie gli inviti della politica a tener conto del dollaro svalutato di oltre il 13% da inizio gennaio, in quello che è un dazio occulto per l'export europeo.
A domanda specifica sul tasso di cambio, Lagarde ha eluso ogni accenno alle ripercussioni sulle esportazioni: la Bce "non ha come obiettivo alcun livello del tasso di cambio. Ma lo monitoriamo, perché ha un ruolo nelle previsioni dell'inflazione".