Estero

Jared Kushner al centro delle strategie post-belliche per Gaza

Il genero di Trump, nonostante sia un privato cittadino, guida il piano per il "day after" a Gaza con proposte controverse

9 settembre 2025
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Cresce l'influenza di Jared Kushner nella definizione delle strategie post-belliche per Gaza, benché il genero di Donald Trump ora sia solo un privato cittadino e un investitore immobiliare (con interessi nella regione).

Lo conferma la sua partecipazione lunedì a Miami ad un incontro tra l'inviato Usa Steve Witkoff e il ministro israeliano per gli affari strategici Ron Dermer per discutere una proposta comprensiva di tregua, con rilascio degli ostaggi, disarmo di Hamas e progressiva ritirata dell'esercito israeliano. Kushner era con Witkoff anche alla finale degli Us Open di domenica, accanto al suocero.

Secondo Channel 12, la più popolare tv privata israeliana, Trump ha incaricato il genero di elaborare un piano per il day after a Gaza. Una notizia confermata anche da Axios, secondo cui il presidente avrebbe approvato le idee iniziali di Kushner, chiedendogli di formulare un piano postbellico dettagliato, nell'incontro alla Casa Bianca di due settimane fa.

Un incontro cui ha preso parte, oltre a Witkoff, anche Tony Blair, ex premier britannico ed ex inviato del Quartetto europeo per il Medio Oriente. Sono questi quindi i registi dell'operazione, gli artefici del piano per il "day after" a Gaza, con un ruolo informale ma sempre più influente del marito di Ivanka.

Nel primo mandato Trump, Kushner fu consigliere della Casa Bianca con delega per il Medio Oriente, dove negoziò con successo i primi accordi di Abramo. Ma ora non ha alcun incarico ufficiale, sollevando più di qualche perplessità per il suo ruolo e per le sue proposte.

A partire da quelle del controverso Great Trust, il piano per una gestione di Gaza sotto un trustee statunitense decennale, con una trasformazione economica mediante investimenti da parte degli stati del Golfo, lo spostamento "volontario" degli abitanti - con incentivi come contanti, sussidi abitativi e speranza di ritorno - e sviluppo di smart cities e hub tech/turistici. Una sorta di Riviera del Medio Oriente che per i detrattori rappresenta una forma di "pulizia etnica mascherata".