Estero

Attacco alla Global Flotilla: colpite tre navi

Droni e bombe sonore danneggiano imbarcazioni dirette a Gaza in acque internazionali.

24 settembre 2025
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Nel cuore della notte, la Global Sumud Flotilla è stata improvvisamente attaccata mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta. L'attacco, condotto probabilmente da Israele, ha coinvolto droni, bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato, colpendo le imbarcazioni.

Almeno dieci, forse quindici, gli attacchi registrati. Sebbene non ci siano stati feriti, due imbarcazioni hanno subito danni significativi: la Zefiro ha riportato la rottura dello strallo di prua, mentre la Morgana ha perso l'uso della vela principale. Anche la Taigete è stata colpita, ma dai video diffusi sui social non sembra aver subito danni.

Tra gli occupanti della Morgana ci sono alcuni italiani, inclusa Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla, che ha aggiornato la situazione sui social per tutta la notte. "Gli attacchi mettono a rischio la vita di chi è a bordo", ha dichiarato Delia in un video, sottolineando la gravità dell'evento avvenuto in acque internazionali e in violazione delle leggi internazionali. La Flotilla ha già allertato le autorità competenti, inclusa la Farnesina.

Il ticinese Vanni Bianconi ha riferito in diretta sui social di sei barche colpite da droni con "sound bombs" che hanno danneggiato le vele. La Flotilla, composta da cinquantuno navi, è diretta a Gaza per consegnare aiuti umanitari e "rompere il blocco israeliano", dopo due tentativi falliti a giugno e luglio. Attacchi simili erano stati registrati al largo di Tunisi il 9 settembre.

"Sono operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire", affermano gli attivisti, ribadendo che trasportano solo aiuti umanitari e non rappresentano una minaccia. Gli attacchi della notte scorsa sono l'ultimo episodio di tensione con Israele. La Flotilla ha recentemente respinto la proposta di trasferire gli aiuti nel porto israeliano di Ashkelon, avvertendo del rischio di "possibili rappresaglie".

"I precedenti di Israele di intercettare le navi e bloccare i convogli dimostrano che l'intenzione non è facilitare gli aiuti, ma controllarli e negarli", avvertono gli attivisti. Essi esortano la comunità internazionale a non considerare le dichiarazioni di Israele come semplici istruzioni operative, ma come parte del blocco che, secondo investigatori dell'ONU, è parte del genocidio in corso a Gaza.