Il presidente serbo Aleksandar Vucic è tornato oggi sulla consegna ieri al Kosovo da parte della Turchia di un migliaio di droni kamikaze da combattimento, esprimendo grande preoccupazione per il proseguire e l'intensificarsi delle acquisizioni di armamento a favore della Forza di sicurezza del Kosovo, che Pristina intende trasformare in un vero e proprio esercito regolare.
Parlando oggi in una conferenza stampa, Vucic ha sottolineato la necessità per tutti di rispettare i principi e le norme del diritto internazionale, la Carta dell'ONU e le risoluzioni del consiglio di sicurezza. In base alla risoluzione 1244 adottata nel 1999 al termine del conflitto armato fra indipendentisti albanesi dell'UCK e forze serbe, l'unica Forza armata autorizzata a stazionare sul territorio del Kosovo è la KFOR, la Forza NATO che comprende oggi circa 4'500 uomini, dieci volte in meno rispetto al suo arrivo nel 1999.
Osservando come il Kosovo riceva armamenti e equipaggiamento militare da numerosi Paesi NATO - oltre che da Turchia anche da Germania, USA, Gran Bretagna, Croazia, Slovenia - Vucic ha detto che intende contattare nuovamente il presidente turco Redzep Tayyip Erdogan, definito un grande politico che lui stima e apprezza e col quale si è incontrato più volte in un clima di grande amicizia e cordialità.
"Si tratta di un grande leader che guida un Paese grande e di successo. Un uomo che ha risollevato Ankara dalle ceneri, che ha cambiato volto a Istanbul, il più grande leader turco dopo Mustafà Kemal Ataturk, e che è sempre il benvenuto nel nostro Paese", ha affermato Vucic sottolineando di voler mantenere buoni rapporti con la Turchia. Ma tutto ciò, ha aggiunto, non può avvenire a spese della popolazione serba in Kosovo.
È sua intenzione, ha detto, di contattare Erdogan e di chiedergli nuovamente di interrompere le forniture di armi a Pristina, così come già fatto un anno fa. E lo stesso farà con gli americani. Anche alle Nazioni Unite, ha aggiunto, chiederà di reagire e di esigere il rispetto delle loro risoluzioni. Alla Turchia e a Erdogan, ha detto, chiederà di considerare non solo i propri interessi ma anche quelli della Serbia e dell'intera regione. "Noi vogliamo avere stretti rapporti con la Turchia, ma chiediamo il rispetto delle norme elementari del diritto internazionale e degli interessi elementari della Serbia e dei suoi cittadini".
Ieri, in una prima reazione all'arrivo a Pristina della partita di droni turchi, Vucic aveva usato parole forti e toni molto duri di condanna, dicendosi "terrorizzato" dal comportamento della Turchia e dalla "brutale violazione" della Carta dell'ONU e della risoluzione 1244. "Ora è del tutto chiaro che la Turchia non vuole la stabilità dei Balcani occidentali e che sogna di nuovo il ripristino dell'Impero ottomano", aveva scritto su X. Ferma protesta per la fornitura di droni aveva espresso ieri ugualmente il capo di stato maggiore dell'Esercito serbo, il generale Milan Mojsilovic, in un colloquio telefonico con il comandante della KFOR, il generale turco Ozkan Ulutas.