Le tensioni commerciali tra Usa e Cina finiscono, come prevedibile, per colpire anche gli alleati. Pechino ha deciso di sanzionare cinque filiali americane del colosso sudcoreano della cantieristica navale Hanwha Ocean, accusate di aver supportato un'indagine del governo statunitense sul settore marittimo.
Di riflesso, le azioni Hanwha hanno ceduto fino all'8% alla borsa di Seul, scontando i timori sull'operatività di Hanwha Shipping, Hanwha Philly Shipyard, Hanwha Ocean USA International, Hanwha Shipping Holdings e HS USA Holdings, tutte sottoposte a restrizioni imposte da Pechino e al divieto a qualsiasi individuo o entità di fare affari con loro.
Gli Stati Uniti hanno annunciato ad aprile che avrebbero iniziato ad applicare tasse a tutte le navi in arrivo costruite e gestite in Cina, dopo che un'indagine ai sensi della 'Sezione 301', quella che coinvolge la sicurezza nazionale, ha rilevato l'irragionevole predominio di Pechino nel settore, con lo scopo di limitare l'abilità cantieristica mandarina e di rafforzare le capacità americane. Il Dragone ha perso terreno di riflesso nel settore, mentre i costruttori navali di Seul hanno offerto a Washington sostegno nell'ambito dei negoziati sui dazi tra Usa e Corea del Sud.
La scorsa settimana Pechino, come misura di ritorsione, ha risposto con tasse portuali speciali sulle navi Usa in arrivo nei porti cinesi. I due regimi, quasi speculari, sono entrati in vigore oggi. L'indagine degli Usa e le successive misure "danneggiano gravemente i legittimi diritti e interessi delle imprese cinesi", ha riferito il ministero del Commercio mandarino in una nota. Le filiali di Hanwha "hanno assistito e supportato le pertinenti attività investigative di Washington, mettendo a repentaglio sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo della Cina".
Nel frattempo, il ministero dei trasporti di Pechino ha dichiarato di aver avviato una sua analisi sull'impatto dell'indagine ai sensi della Sezione 301 sul settore marittimo cinese, riservandosi di attuare misure di ritorsione a tempo debito.
La controversia ha conseguenze pesanti per l'economia globale, poiché le navi sono coinvolte nell'80% del commercio mondiale.