Il Partito socialista si impegna a non votare le mozioni di sfiducia; Faure rilancia con la 'tassa Zucman' mentre Lescure parla di 30 miliardi tra prelievi ed economie
Sébastien Lecornu prova a portare a casa una manovra da trenta miliardi per il 2026. Nella République che naviga a vista tra crisi politiche a ripetizione e l'imperativo di ridurre un debito fuori controllo, il premier francese tenta il tutto per tutto. Obiettivo? Superare la prova dell'emiciclo e mettere in sicurezza la seconda economia dell'eurozona.
Il governo - ha affermato in Senato, confermando la linea espressa davanti all'Assemblée Nationale - proporrà a novembre di adottare un emendamento che prevede la sospensione della riforma previdenziale fino alle elezioni presidenziali del 2027. Con questa clamorosa decisione, invisa a molti suoi alleati, il neo-premier ha strappato l'impegno del Partito socialista a non votare le mozioni di sfiducia presentate rispettivamente dalla sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise, LFI) e dall'estrema destra di Marine Le Pen (Rassemblement National, RN).
Incassata per ora la vittoria sul fronte pensioni, il segretario socialista, Olivier Faure, è tornato quindi all'offensiva, annunciando che i suoi deputati proporranno un emendamento alla manovra con un'altra misura simbolo promossa dal suo partito: la cosiddetta 'tassa Zucman', quella sui superricchi. Parlando a BFM TV, Faure ha detto che "se la Zucman non sarà adottata, faremo tutta una serie di proposte che hanno nel mirino le grandi fortune, i grandi patrimoni e le grandi imprese".
"Ovviamente noi voteremo contro", ha subito reagito la capogruppo di Rassemblement National, Marine Le Pen, dal momento che la posizione della Fiamma tricolore d'Oltralpe è sempre stata contraria a un simile provvedimento. L'imposta ideata dall'economista Gabriel Zucman prevede un prelievo straordinario sull'1% della popolazione. Alla Francia, secondo i calcoli, potrebbe portare nelle casse dello Stato fra i 15 e i 25 miliardi di euro, ma finora Lecornu l'ha sempre respinta.
Alla vigilia del voto sulle mozioni di sfiducia, grazie all'apporto del Partito socialista il premier, senza una maggioranza chiara in parlamento, dovrebbe comunque scongiurare il peggio per qualche decina di voti. Per Le Pen, tuttavia, la crisi è solo rimandata. "Il governo cadrà, è evidente", pronostica l'ex candidata di estrema destra all'Eliseo, che sogna il voto anticipato forte dei sondaggi tutti a favore dell'ex Front National in caso di ritorno alle urne.
E mentre proprio Le Pen annuncia una contro-manovra finanziaria per il 23 ottobre, il ministro dell'Economia, Roland Lescure, spiega che il budget 2026 sarà di circa trenta miliardi di euro. "C'è una parte che si farà attraverso l'aumento di prelievi obbligatori", per un totale di circa 14 miliardi, a cui si aggiungeranno "economie di spesa" per circa 25 miliardi, precisa il successore di Eric Lombard a Bercy.