laR+ IL COMMENTO

Nomine giudici, quelle telefonate non s’han da fare

Serve al più presto chiarezza sulle presunte (inopportune) chiamate del presidente del Consiglio della magistratura a deputati a sostegno di una candidata

In sintesi:
  • Se fossero avvenute, le telefonate del giudice Damiano Stefani costituirebbero una palese violazione della separazione dei poteri
  • L’attuale procedura di elezione di procuratori e giudici, attribuita al Gran Consiglio, non evita comunque trattative fra partiti e indebite ingerenze: insomma, la storia si ripete
Poco edificante
(Ti-Press)
15 aprile 2025
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