Nomine giudici, quelle telefonate non s’han da fare
Serve al più presto chiarezza sulle presunte (inopportune) chiamate del presidente del Consiglio della magistratura a deputati a sostegno di una candidata
In sintesi:
Se fossero avvenute, le telefonate del giudice Damiano Stefani costituirebbero una palese violazione della separazione dei poteri
L’attuale procedura di elezione di procuratori e giudici, attribuita al Gran Consiglio, non evita comunque trattative fra partiti e indebite ingerenze: insomma, la storia si ripete