Luganese

Lugano dedica cinque vie ad altrettante donne

Tra queste, Maria Luisa Albrizzi (1894-1984) si distinse per l’impegno nella promozione del ruolo e dei diritti dell’altra metà del cielo nella società

Il palazzo in centro città degli Albrizzi
15 ottobre 2025
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Da qualche mese una via del centro di Lugano porta il nome di Maria Luisa Albrizzi, figura importante della vita cittadina nella seconda metà del secolo scorso. Assieme a lei altre quattro donne hanno avuto lo stesso onore e anche a loro è stata intestata una strada della città. È un primo passo di un processo che vuole riconoscere il contributo delle donne alla vita e al progresso civile, sociale e culturale della città. Fino al 2015 a Lugano solo quattro vie portavano nomi di donne. Le cose sono migliorate grazie all’interpellanza presentata in Consiglio comunale nel 2020 da Elena Rezzonico, Beatrice Reinmann, Tessa Prati e Raoul Ghisletta, affinché il Municipio si attivasse per colmare la lacuna. Dalla Commissione stradario è scaturita una lista prioritaria di otto nomi e una secondaria di altri 19. Nell’elenco delle prime cinque donne a cui viene dedicata una via, figura Maria Luisa Albrizzi, insieme all’educatrice Ines Bolla, alla direttrice storica della Biblioteca cantonale Adriana Ramelli, alla poetessa Alfonsina Storni e alla benefattrice Chiarina Stauffacher–Vedani.

L’Ambrogino d’oro come ‘Mamma dei missionari’

In questo articolo ricordiamo Maria Luisa Albrizzi (1894-1984). Negli anni Venti del Novecento Lugano è un ambiente provinciale, nonostante la presenza di grandi alberghi che richiamano turisti da tutto il mondo e la realizzazione della donna era concepita solo in ambito domestico e famigliare o nella vita monastico-religiosa. La giovane sente l’impulso di dedicarsi ai più bisognosi e nella sua vita ha unito le dimensioni religiosa e sociale a quella civile per promuovere nella società il ruolo della donna e favorirne il diritto al voto. Maria Luisa è impegnata in questo ambito, tanto che nel 1957 è tra le fondatrici, con Iva Cantoreggi, della Federazione ticinese delle società femminili e ne diventa prima presidente restando in carica fino al 1973. Inoltre, sostiene il Forum delle consumatrici svizzere e partecipa nel 1974 alla fondazione dell’Associazione Consumatrici della Svizzera italiana. Assieme a Iva Cantoreggi ed Emma Degoli, Maria Luisa condivide l’idea di creare nuove strutture per ospitare gli anziani al posto dei vecchi ricoveri. Da questa visione nel 1972 nascerà la Casa di Loreto, oggi Residenza Emmy in via Adamini 16. Il suo impegno viene premiato con riconoscimenti significativi: nel 1972 da papa Paolo VI che le attribuisce la Medaglia Benemerenti, nel 1981 la Città di Milano le conferisce l’Ambrogino d’oro col titolo di “Mamma dei missionari”, in riferimento al sostegno e ai tanti contatti epistolari con missionari in ogni parte del mondo e il sindaco di Lugano Ferruccio Pelli promuoverà l’idea di un contributo annuale a favore delle opere del Gruppo medaglia miracolosa, tramite il Fondo di solidarietà della Città.