In vista a dicembre c'è l'incontro con il numero uno delle ferrovie Vincent Ducrot. Sullo sfondo il destino del deposito di Chiasso
Fare quadrato, ma soprattutto fare squadra. Davanti alla strategia messa in campo dalle Ferrovie per il futuro di Cargo in Ticino, il Comitato contro lo smantellamento della rete per il traffico merci su rotaia confida che il fronte dei contrari e le istituzioni cantonali possano unire le forze. In una missiva alla Cancelleria dello Stato, lo stesso Comitato chiede, infatti, di organizzare un nuovo incontro, "urgente", con il Consiglio di Stato. Sedersi allo stesso tavolo, si fa capire, sarà utile per fare il punto della situazione e valutare come muoversi. Tutto ciò prima che il primo dicembre prossimo una delegazione si rechi a Berna per incontrare il numero uno delle Ffs Vincent Ducrot, il quale ha accettato di dialogare con chi, in questi mesi, ha manifestato in più modi la sua opposizione per i tagli e la riorganizzazione delle infrastrutture.
Il Comitato teme, però, che la riunione giunga a posteriori delle decisioni che le Ferrovie prenderanno sul traffico merci e i posti di lavoro. Un timore corroborato, si chiarisce nella lettera, anche dall'annuncio fatto al personale mercoledì nel corso di due momenti convocati a Bellinzona e a Chiasso. Comunicazione che, come riferito da laRegione, delinea la chiusura del deposito di Chiasso per il dicembre 2026. Da noi sollecitato in merito, il portavoce delle Ffs ci ha riferito che il quadro verrà chiarito a tempo debito. In ogni caso, ci ha spiegato che "secondo lo stato attuale della pianificazione, ci saranno cambiamenti per il personale locomotive a Briga, Buchs Sg e Chiasso. Ci saranno cambiamenti anche per quanto riguarda le sedi del personale di manovra. Il numero di posti di lavoro interessati sarà indicato nell'ambito della procedura di consultazione con le parti sociali".