Dopo le manifestazioni a sostegno della Palestina a Bellinzona, Lugano e Camignolo la Lega dei Ticinesi vuole vederci chiaro. E lo fa con un’interrogazione del deputato Stefano Quadri, il quale ricorda che “tali eventi hanno richiesto un importante dispiegamento di forze dell’ordine e hanno sollevato interrogativi in merito alla gestione dell’ordine pubblico, alla copertura dei costi e ai criteri con cui simili manifestazioni vengono autorizzate”.
Quadri, a questo punto, chiede al governo se “considerato che in alcune occasioni le manifestazioni sono state promosse o sostenute da figure pubbliche riconducibili al partito del consigliere federale Ignazio Cassis, il Consiglio di Stato non ritiene opportuno che parte dei costi legati al dispositivo di sicurezza venga coperta dai promotori o dai soggetti politicamente coinvolti. Ritiene giusto che tali spese gravino interamente sui contribuenti ticinesi?”. Il granconsigliere chiede anche, riferendosi al caso di Camignolo, se “il ruolo o la professione di un individuo (per esempio quello di maestra d’asilo) non offra alcuna forma di immunità o trattamento particolare” e se “può confermare che le forze dell’ordine agiscano sempre secondo criteri proporzionali e oggettivi, indipendentemente dalla visibilità o dalla professione dei partecipanti”.
Per quanto riguarda i video di queste manifestazioni, come quello che è finito sui social e sulla Rsi del fermo dell’attivista a Camignolo, Quadri chiede se non sia necessario rendere disponibili le registrazioni complete dell’intervento e come mai “non è stato documentato dalla polizia in modo sistematico un episodio che prevedibilmente avrebbe sollevato attenzione mediatica”. Infine, viene chiesto se i promotori di manifestazioni hanno l’obbligo di garantire un servizio d’ordine interno e se “non sarebbe opportuno vietare manifestazioni in prossimità di edifici governativi, sedi istituzionali o luoghi sensibili per motivi di sicurezza e ordine pubblico”.