Settantuno articoli per ‘garantire il corretto funzionamento’ delle future autorità giudiziarie. Sul disegno di legge la parola passa al Gran Consiglio
Elaborate dalla Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni con la consulenza dell’ex giudice Franco Lardelli, già presidente in seno al Tribunale d’appello della Camera di protezione, e poste in consultazione dallo stesso Dipartimento nel settembre 2024, sono ora formalizzate in un messaggio governativo. Si tratta delle norme volte a disciplinare in Ticino l’attività delle future Preture di protezione nel settore delle tutele e delle curatele.
Il Consiglio di Stato ha varato il relativo progetto di legge all’indirizzo del parlamento. Settantuno gli articoli confezionati dall’Esecutivo. La legge, si spiega nel messaggio, è “destinata a garantire il corretto funzionamento delle Preture di protezione”. Una legge, indica il primo articolo, che “regola l’applicazione delle norme del Codice civile (Cc) in relazione ai procedimenti in materia di protezione del minore e dell’adulto. Essa disciplina le norme di procedura cantonali complementari a quelle federali previste dagli articoli 443–450g Cc. Disciplina pure le norme cantonali di applicazione della legge federale sul rapimento internazionale dei minori e sulle convenzioni dell’Aia sulla protezione dei minori e degli adulti del 21 dicembre 2007”.
L’atteso messaggio si inserisce, come ricorda l’Esecutivo, nel contesto della riforma delle autorità di protezione. Che contempla l’introduzione di preture ad hoc, le Preture di protezione appunto, con conseguente cancellazione delle sedici Arp, le Autorità regionali di protezione, del cui funzionamento sono oggi responsabili i Comuni. Un passaggio dal modello amministrativo a quello giudiziario ancorato alla Costituzione ticinese in seguito all’esito della consultazione popolare del 30 ottobre 2022, con ben il 77,5 per cento dei votanti a favore della ‘cantonalizzazione’ del sistema. Sì al modello giudiziario, ma la nuova organizzazione è ancora da implementare. La (prospettata) riforma mira soprattutto a migliorare, con le Preture di protezione, la qualità delle decisioni concernenti le misure per persone, adulti o minori, diventate vulnerabili e che pertanto hanno bisogno di protezione. Misure di protezione che possono incidere sui diritti e le libertà fondamentali dei destinatari dei provvedimenti. Tant’è che si parla di tutele, curatele, collocamenti, privazione dell’autorità parentale, regolamentazione dei diritti di visita, ricoveri a scopo di assistenza... .
”ll disegno di legge sulla procedura in materia di protezione del minore e dell’adulto – scrive il governo nella nota in cui informa dell’uscita del messaggio – si attiene rigorosamente ai dettami del diritto federale”. Il progetto “ritiene in particolare le peculiarità del diritto cantonale, gli sviluppi più aggiornati della dottrina e della giurisprudenza, le autorevoli indicazioni della Conferenza dei Cantoni in materia di protezione dei minori e degli adulti (Copma), nonché l’esperienza dei Cantoni che presentano un’organizzazione giudiziaria per le Autorità di protezione”. Insomma, “un testo di legge consolidato nel dettaglio a seguito dell’ampia consultazione che ha coinvolto un centinaio di attori interessati del settore della protezione del minore e dell’adulto”. Il messaggio “costituisce un ulteriore passo concreto dell’importante riforma delle autorità di protezione, sancita con la modifica della Costituzione cantonale approvata in modo convinto dal popolo ticinese nel 2022, volta alla creazione delle Preture di protezione, nuove autorità giudiziarie cantonali in sostituzione delle attuali Autorità regionali di protezione che fanno capo ai Comuni”. La riforma “rappresenta uno dei progetti più importanti varati nell’ambito della giustizia del Cantone Ticino”, sottolinea ancora il governo.
Il messaggio del Consiglio di Stato vede la luce a pochi giorni dall’audizione, lunedì scorso, da parte della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, del consigliere di Stato Claudio Zali, nuovo titolare nel governo post arrocchino del dossier sulla riorganizzazione delle autorità di protezione, e della responsabile della Divisione giustizia Frida Andreotti. Come detto, il disegno di legge sottoposto in consultazione è stato messo a punto in collaborazione con il già giudice d’Appello Lardelli. «Colgo l’occasione per ringraziarlo del lavoro certosino che ha fatto, sincronizzando le norme del diritto federale con le norme cantonali di procedura oggetto dell’attuale messaggio – dichiara Claudio Zali, interpellato dalla ‘Regione’ – È stato così allestito una sorta di manuale completo a uso delle future Preture di protezione». Nel disegno di legge evidenzia il consigliere di Stato, «si precisano anche i diritti procedurali delle parti, come ad esempio il diritto di essere sentito. Chiarezza e prassi unificata sono fra i pregi di questa legge cantonale, che è la benzina che permetterà alle Preture di protezione di funzionare in maniera corretta».
In Gran Consiglio prima del plenum toccherà alla commissione ‘Giustizia e diritti’ esprimersi sul progetto di legge appena licenziato dall’Esecutivo. Commissione nella quale, rammenta il suo presidente Alessandro Mazzoleni (Lega), «ci si sta ora occupando degli aspetti organizzativi e finanziari della riforma, tenuto conto anche di quanto scaturito dalla recente audizione di Zali. Spero che il progetto di rapporto della ‘Giustizia e diritti’ sui citati aspetti e quindi sul messaggio governativo del 2021 concernente la proposta di istituire le Preture di protezione, accolta l’anno seguente dal Gran Consiglio e dal popolo, possa essere discusso e affinato nella prossima riunione commissionale, in agenda per lunedì 10 novembre». Già, il popolo. Sono passati quasi tre anni dal risultato delle urne. «Più il tempo passa e più il voto dei cittadini richiama i politici alla necessità di risolvere i problemi e di applicare finalmente questa riforma. Credo che questo sia uno dei punti che abbiamo condiviso in commissione. Durante l’audizione ho respirato un clima collaborativo e percepito dalle forze politiche rappresentate nella ‘Giustizia e diritti’ la volontà di andare avanti. Ciò lascia ben sperare».