Applaudita da Oprah Winfrey e dai suoi fan, Misty Copeland ha appeso ieri le scarpette al chiodo con il pas de deux di Giulietta e Romeo.
Ma per la prima etoile afro-americana dell'American Ballet Theater il viaggio non è finito: "C'è ancora tanto da fare. Voglio essere non più solo un corpo ma anche una voce", ha detto la ballerina prima di entrare in scena per l'ultimo atto di una carriera tanto rivoluzionaria quanto improbabile.
Copeland, che ha 43 anni, ha celebrato l'addio alle scene in una performance al David Koch Theater di Lincoln Center dieci anni dopo aver fatto la storia del balletto: in un momento storico in cui le politiche anti-diversità sono nel mirino dell'amministrazione Trump, il messaggio della star della danza è stato all'insegna dell'inclusione nel mondo a stragrande maggioranza bianco del balletto.
"Dicevano che avevamo i piedi piatti": prima di Misty, la storia di ballerini o ballerine nere era fatta di rari esempi. Nel 1962 Arthur Mitchell aveva infranto le barriere razziali del New York City Ballet diventando primo ballerino, mentre nel 1990 Lauren Anderson divenne la prima afro-americana prima ballerina a Houston. Anche per questo la decisione di lasciare il ruolo per Misty è stata tormentata. "La mia carriera è la prova che quando c'è diversità, le persone si uniscono, vogliono capirsi e vogliono sentirsi parte di una stessa comunità", aveva detto a giugno al New York Times ufficializzando il ritiro: "Tanti giovani neri e latini non sapevano nemmeno che il Lincoln Center fosse un luogo in cui potessero mettere piede, ma quando vedono il mio manifesto all'ingresso, la loro mente si apre su un mondo nuovo".
La performance di ieri - a sostenerla nel pas de deux Calvin Royal III, che nel 2020 è diventato il primo ballerino di colore dell'Abt in due decenni - è arrivata dopo una lunga assenza dal palcoscenico: una serie di infortuni prima, poi il Covid e infine il figlio Jackson nato nel 2022 avevano costretto Copeland a rallentare l'attività scenica pur restando una figura centrale del mondo artistico e culturale.
Cresciuta poverissima nel Sud della California, spesso homeless mentre la madre faticava a dar da mangiare a lei e ai cinque fratelli, Misty aveva trovato conforto e stabilità nel balletto pur avendo iniziato a praticare la danza sul serio solo a 13 anni. "La prima grande pop star della danza dai tempi di Baryshnikov", nelle parole del documentarista Nelson George, Copeland, a cui la Mattel ha dedicato una Barbie, aveva 32 anni quando si era avverato il sogno della vita che l'ha portata ad avere influenza ben oltre il palcoscenico.
All'Abt dal 2001, solista nel 2007, prima ballerina nel 2015, Misty sapeva fin dall'inizio che doveva bruciare le tappe, non solo a teatro ma anche come ambasciatrice della diversità nella danza e della promozione degli artisti black nel balletto. Ammirata anche da lontano per la sua influenza e il carisma, aveva fatto da apripista: grazie a lei la Metropolitan Opera House, dove l'Abt si esibisce ogni anno, è piena di famiglie e di ragazze nere.