Estero

Netanyahu sotto pressione da Trump intensifica le operazioni a Gaza

Il premier israeliano spinge per un'azione rapida contro Hamas mentre si discute la sovranità sulla Cisgiordania

31 agosto 2025
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Mentre la riunione di gabinetto più tesa degli ultimi mesi stava per iniziare dopo le 18 di domenica (un'ora prima in Svizzera) alla Kirya di Tel Aviv, il Pentagono israeliano, i familiari degli ostaggi fuori dal bunker hanno urlato nei megafoni: "Non alzatevi finché non sarà raggiunto un accordo per il ritorno a casa di tutti".<\/p>

Ma la discussione sui rapiti non è stata inserita nell'ordine del giorno, nonostante le pressioni dei vertici militari e della sicurezza. Sul tavolo ci sono invece gli sviluppi per la conquista della roccaforte di Hamas a Gaza City e la risposta alle proposte internazionali di riconoscimento di uno Stato palestinese. Su questo punto, il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar ha informato la scorsa settimana (ma l'indiscrezione è emersa solo nelle ultime ore) durante la sua visita a Washington il segretario di Stato Usa Marco Rubio che Israele sta discutendo l'applicazione della sua sovranità sui territori della Cisgiordania e che il governo sta preparando il terreno per l'iniziativa prevista nei prossimi mesi.<\/p>

Intanto, la forte pressione che il presidente statunitense Donald Trump sta esercitando sul premier israeliano Benjamin Netanyahu affinché la Forza di difesa israeliana (Idf) si sbrighi a sconfiggere Hamas, addirittura in due settimane, rivelata dal ben informato Channel 12, spiega la posizione del primo ministro. Che sta spingendo per l'operazione militare rifiutandosi di discutere l'ultima proposta di accordo sugli ostaggi.<\/p>

Il presidente Usa non ha fatto mistero privatamente di ritenere che Hamas non rilascerà i rapiti ma li userà per difendere la propria sopravvivenza fino all'ultimo terrorista. La riunione arriva dopo cinque giorni in cui Tsahal ha messo a segno due colpi micidiali contro i nemici: l'uccisione nello Yemen del premier degli Houthi e di diversi altri ministri e l'eliminazione del cosiddetto 'volto di Hamas', Abu Obeida, il regista della propaganda dell'organizzazione terroristica ucciso nella città di Gaza sabato sera con moglie e figli.<\/p>

Un omicidio mirato che deve aver spaventato a morte gli abitanti dell'area, che già nella notte tra sabato e domenica, hanno riferito testimoni dall'enclave, hanno attraversato il ponte di Wadi Gaza in auto e pure a piedi per sfuggire all'intensificarsi dei raid. Gli attacchi di Tsahal hanno colpito in diverse zone dell'enclave provocando, secondo Hamas, 88 vittime e 421 feriti nelle ultime 24 ore, tra cui una madre con tre figli.<\/p>

Tornando alla riunione di gabinetto, i generali stimano che difficilmente Hamas decida di alzare bandiera bianca. Non solo: Shin Bet e Mossad temono che il sostegno del presidente Trump alla guerra possa velocemente cambiare qualora i telegiornali comincino a mostrare immagini difficili da digerire.<\/p>

Il presidente Usa, non nuovo a repentini mutamenti di opinione, potrebbe decidere di imporre uno stop alle operazioni militari prima che l'Idf finisca il suo lavoro. Per questo motivo, il capo di stato maggiore Eyal Zamir e l'establishment della sicurezza preferiscono l'opzione dell'accordo sugli ostaggi. Nel frattempo, la tensione si è alzata in tutto Israele, dove si teme a breve la ritorsione degli Houthi.<\/p>

Il capo dell'Idf però ha avvisato 'i nemici di Israele', chiarendo che saranno raggiunti ovunque, compresa la leadership di Hamas in Turchia e Qatar. Mentre Izz al-Din al-Haddad è la figura di spicco rimasta nella catena di comando nella Striscia, insieme con Raad Saad, figura chiave dell'organizzazione, all'estero restano prima di tutto il capo negoziatore Khalil al-Hayya, già vice di Yahya Sinwar e Khaled Meshaal, alla guida dell'ufficio politico di Hamas per oltre 20 anni. Poi, Osama Hamdan che rappresentò il suo gruppo in Iran; Mousa Abu Marzouk odiato in patria per il patrimonio stimato in 2-3 miliardi di dollari; Nizar Awadallah, volto segreto dei negoziati; il filo-Iran Mahmoud al-Zahar e Fathi Hammad, coinvolto in numerosi attentati e mai catturato. Una manciata di uomini che oggi si guarda alle spalle aspettandosi la vendetta di Israele.<\/p>