Incontri

Seline Zanetti, la pallavolo come maestra

Timida e introversa, la diciannovenne luganese racconta come lo sport le abbia insegnato una buona comunicazione, indispensabile per il gioco di squadra

(© Ti-Press/Elia Bianchi)
19 ottobre 2025
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Seline Zanetti è nata il 7 settembre 2006. Si è avvicinata alla pallavolo nel 2018, quando è entrata nel Volley Lugano, club nel quale ha fatto tutto il percorso giovanile prima di approdare in prima squadra all’inizio della stagione 2022-2023. Dopo aver frequentato la Scuola di commercio di Bellinzona, si è iscritta alla Scuola per sportivi di élite di Tenero. Ora, nel quarto e ultimo anno, sta facendo uno stage come impiegata di commercio alle risorse umane della RSI. Ha due fratelli maggiori e vive con i genitori a Sigirino. È alta 1 m e 88 cm e gioca da centrale.

A soli 19 anni, Seline Zanetti figura sicuramente tra i migliori talenti “sfornati” in questi ultimi anni dal Volley Lugano, club ormai stabilmente presente nel massimo campionato svizzero femminile di pallavolo. Prima di conoscerla meglio, ci incuriosisce però il suo nome, che è una variante del più comune Céline o Selene, nomi che in greco antico hanno il significato di Luna, poiché nella mitologia greca Selene è la personificazione del nostro satellite naturale. Orbene, questo astro è spesso riconosciuto come un potente simbolo di femminilità e di mistero. «Mi ci ritrovo abbastanza, non tanto perché sia misteriosa, quanto piuttosto chiusa, questo sì, un po’ riservata, ma da quando gioco a pallavolo mi sono certamente aperta di più. Infatti, uno degli aspetti che mi piace maggiormente in questo sport è la comunicazione, che deve assolutamente esserci, altrimenti il gioco non va avanti. Puoi anche essere la giocatrice più forte, ma se non comunichi non vai da nessuna parte. E questo mi ha certamente aiutata a vincere la timidezza, che era molto presente in me. Certo, nemmeno adesso sono una che incita le compagne a squarciagola, durante le partite sono piuttosto tranquilla, a volte temo anche di sbagliare, ma è innegabile che la pallavolo abbia forgiato il mio carattere».

© Ti-Press/Elia Bianchi

Primi contatti a 13 anni

Ma facciamo un passo indietro per rievocare i primi contatti che Seline Zanetti ha avuto con la pallavolo, all’età di 13 anni. «È andata così: io e la mia migliore amica, Mathilde, volevamo praticare uno sport insieme e avevamo pensato alla ginnastica attrezzistica, ma siccome non eravamo molto brave, lei mi ha proposto di provare con la pallavolo ed io – essendo allora piuttosto introversa e non volendo dedicarmi a uno sport individuale – ho accettato e l’ho seguita. I primi anni, la mia allenatrice ha visto che avevo del potenziale, per cui mi ha fatto passare da due a tre allenamenti alla settimana. Tuttavia, all’inizio non volevo arrivare in alto a tutti i costi perché consideravo il volley come un bel passatempo. Ma poi sono passata nelle mani di un altro allenatore, il quale mi ha fatto fare ulteriori progressi e così sono arrivata in prima squadra già a 16 anni». Una maturazione che è continuata regolarmente, ma si può dire che Seline sia “esplosa” nella passata stagione, quando il suo allenatore, il greco Apostolos Oikonomou, le ha dato sempre più fiducia inserendola stabilmente tra le titolari. «Questo non me l’aspettavo per niente. Ero sicura di stare prevalentemente in panchina, pensavo di dare il massimo negli allenamenti, ma nulla più, in attesa di tempi migliori, data la mia giovane età. Invece, già nelle prime amichevoli Apostolos mi fece giocare di più, ma pensavo ancora che fosse una cosa provvisoria. In realtà non fu così, perché mi fece partire titolare già dalla prima partita di campionato. Superato lo “choc”, questa è stata una grande soddisfazione perché era la dimostrazione che l’allenatore si fidava di me».

L’hobby della pittura

Cosa c’è nella vita di Seline Zanetti al di fuori della pallavolo? «Tra stage lavorativo, allenamenti e partite, mi resta veramente poco tempo libero, tempo che dedico alla pittura. Infatti mi piace molto dipingere su tela, in particolare durante le vacanze e in estate. E così la mia camera è piena di quadri dipinti da me. È un hobby che mi dà tranquillità».

Il campionato svizzero 2025-2026 è appena iniziato e, come succede praticamente in ogni nuova stagione, il Lugano si è presentato al via notevolmente rinnovato, in particolare con il ricambio di tutte le giocatrici straniere, le quali, dopo essere state valorizzate, sono partite verso lidi più prestigiosi. Si tratta quindi ogni volta di ricominciare quasi da zero, di trovare un amalgama, una chimica nel nuovo gruppo.

«Per certi aspetti, questo è difficile, perché è chiaro che le giocatrici hanno caratteri diversi, modalità di gioco da scoprire, quindi ognuna si deve adattare sempre di nuovo, ciò che non accade nelle squadre che si presentano poco rinnovate rispetto alla stagione precedente. Da noi c’è poco tempo per instaurare un bel rapporto, per stabilire fiducia reciproca, ma ce la possiamo fare».

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Nuovi obiettivi

Agli albori di una nuova stagione è inevitabile anche chiedere alla nostra interlocutrice quali siano gli obiettivi personali e quelli della sua squadra, che figura tra le migliori in Svizzera dietro al quasi inarrivabile Neuchâtel, pluricampione svizzero (la scorsa stagione il Lugano ha chiuso al terzo posto). «Il mio obiettivo è acquisire più confidenza in campo, essere ancora più presente perché, essendo la più piccola, vedo che la palleggiatrice non sempre mi passa la palla in quanto commetto talvolta ancora degli errori, per i quali mi dispiaccio. Quindi voglio essere più concentrata, di modo che le compagne abbiano più fiducia in me. Per quanto riguarda invece la squadra, il desiderio del club è di rimanere nelle top tre e di raggiungere la finale di Coppa Svizzera, come facemmo – perdendo entrambe le volte contro il Neuchâtel – nel 2023 e 2024. A questo traguardo teniamo moltissimo, perché quella che ha generalmente luogo a Winterthur è una vera e propria festa del volley svizzero».

Quanto al suo futuro, proiettandoci verso la primavera 2026, quando terminerà la stagione pallavolistica e l’apprendistato, Seline lascia ancora la porta aperta. «Ho delle idee, ma non ho ancora deciso niente. O mi dedicherò professionalmente alla pallavolo, magari all’estero perché mi piacerebbe uscire dal Ticino e fare nuove esperienze – questa è l’opzione numero uno -, oppure cercherò un’attività lavorativa in parallelo con la mia carriera sportiva, che allora potrebbe continuare ancora nel Lugano». In ogni caso, al termine di questa piacevole conversazione abbiamo la convinzione che Seline Zanetti abbia tutte le carte in regola per intraprendere una carriera ricca di soddisfazioni. È quello che le auguriamo.

© Ti-Press/Elia Bianchi